martedì 22 ottobre 2013

Sacriici di classe Zhang Moning, Nanfeng Chuang, Cina Foto di Zhang Kechun Per chi non è nato benestante, far parte della nuova classe media richiede grandi investimenti. Ma il divario tra ricchi e poveri è sempre più ampio e molti non riescono a tenere il passo

Q
uello che Tian Qiu teme di
più è dover invitare i colle-ghi a mangiare fuori. Lavo-ra in un’azienda pubblica e
ha uno stipendio modesto
ma stabile che le permette
di condurre una vita confortevole. Però è
una delle poche nel suo uicio a provenire
da una famiglia qualunque; gli altri sono
per la maggior parte igli o nipoti di dirigen-ti di altre aziende statali. Ogni sera, a ine
giornata, le sue colleghe cominciano a con-sultarsi su dove possono andare a cena. È il
momento in cui Tian Qiu è più tesa perché
spera di essere invitata ma non riesce a non
pensare a quanto le costerà entrare nel giro:
“Se vuoi andare a mangiare con loro, una
volta ogni tanto devi ofrire tu, e quando
tocca a te spendi centinaia di yuan se ti va
bene, ma puoi anche superare i mille (più di
120 euro)”.
Tian Qiu è stanca di questo rituale. In
più tutti questi incontri e festeggiamenti a
cui sono abituati i ricchi per lei sono incon-cepibili: “Una volta è la festa per la laurea,
un’altra la festa delle donne, un’altra il com-pleanno: ogni occasione è buona per un in-vito a cena”. Il colmo è stato in occasione
dell’anniversario  dell’assunzione  di  una
collega, che è arrivata a pagare ottomila
yuan per una cena. A meno che non si deci-da di cambiare lavoro, è impossibile sot-trarsi, così Tian Qiu ha cominciato a pensa-re a come adeguarsi. Una volta, a ine gior-nata, ha provato a invitare a cena una colle-ga  con  delle  buone  conoscenze,  ma  non
aveva pensato all’eventualità che lei esten-desse l’invito ad altre persone. Per gente
del genere era solo una cena allegra in com-pagnia, mentre Tian, dentro di sé, sapeva
di non poterselo permettere. Tian Qiu non
è vanitosa e da tempo limita le sue esigenze
allo stretto necessario. L’anno scorso aveva
prenotato in anticipo un biglietto del treno
per andare a Hangzhou per la festa del pri-mo maggio, ma vedendo che i prezzi degli
hotel continuavano ad aumentare, alla ine
aveva rinunciato. Le persone che frequenta
hanno vari appartamenti, guidano auto co-stose e indossano abiti irmati, mentre lei
non ha neanche la forza di provare invidia:
“So che in futuro le cose andranno meglio,
ma non potrò mai competere con loro, le
diferenze di partenza sono troppo grandi”.
Vorrebbe solo non essere emarginata Chi non appartiene alla classe media fa
di tutto per mescolarsi ai ricchi. Ma accu-mulare contatti e conoscenze ha un costo.
In un sistema in cui i contatti sono conside-rati una risorsa essenziale, la tutela e l’allar-gamento della propria cerchia di conoscen-ze è ormai una parte centrale della vita.
Consumi superlui
Per He Jia, insegnante d’inglese in una pic-cola città, è ancora più diicile reggere la
pressione. Il suo stipendio mensile non ar-riva a duemila yuan, ma considerando do-ve vive non è poco. Con qualche risparmio
riuscirebbe a mantenersi senza problemi,
se non fosse che i suoi studenti si sposano
uno dopo l’altro. Spesso si trova a spendere
metà dello stipendio in regali di nozze.
I consumi superlui stanno travolgendo
la piccola borghesia che fatica a mettere da
parte i risparmi. Temendo che i igli non
riescano a emergere, li iscrivono a corsi di
perfezionamento di ogni tipo. Arrancano
per stare al passo con le tendenze nei con-sumi e procurarsi tutti gli ultimi modelli di
gadget elettronici. I frequenti problemi di
sicurezza alimentare (come il caso del latte
contaminato, che ha spinto molta gente a
comprare  latte  in  polvere  importato),  la
transizione a un sistema d’istruzione orien-tato verso il mercato e un sistema di valori
che tende a legare la natura dell’individuo
ai suoi consumi sono tutti fenomeni che
hanno accentuato il lato irrazionale della
società cinese.
Viviamo in un’epoca in cui si raggiunge
la tranquillità solo comprandola, generan-do un consumo sfrenato. Così il costo della
vita per la piccola borghesia è aumentato
ino a diventare diicilmente gestibile. E le
spese  da  affrontare  non  finiscono  qui.  I
prezzi  degli  appartamenti  di  fascia  alta
hanno indebolito non solo le famiglie della
classe medio-bassa, ma anche quelle della
classe media. La diminuzione del potere
d’acquisto, l’aumento delle tasse e dei costi
dei servizi pubblici – come l’acqua e l’elet-tricità – sono fattori che hanno ridotto le
possibilità di successo della piccola bor-ghesia.
Wang  Tianfu,  docente  di  sociologia
dell’Università Tsinghua, ha analizzato i
dati recenti sui redditi e sui consumi delle
famiglie cinesi che vivono in città e, con-frontando i diversi strati sociali, sono emer-se alcune peculiarità sui risparmi accumu-lati. Innanzitutto, le famiglie con entrate
maggiori, pur consumando di più rispetto a
quelle a basso reddito, diventano ancora
più ricche e più velocemente. Prendendo in
considerazione i dati del 2005, più del 50 er cento dei risparmi complessivi genera-ti dalle famiglie cinesi è inito nelle mani
del 20 per cento delle famiglie, quelle con
un reddito alto. Secondo Wang Tianfu, la
relazione tra la diferenza di reddito e la
frammentazione del tessuto sociale è evi-dente. E l’inluenza che il divario tra i con-sumi e quello tra i risparmi hanno sulla so-cietà  è  ancora  più  profonda  e  nascosta.
Questo non solo perché tocca la vita quoti-diana e le possibilità di ascesa sociale delle
persone, ma soprattutto perché le diferen-ze di ricchezza tra le famiglie si ripercuote-ranno sull’ineguaglianza sociale delle ge-nerazioni future.
Puntare sulle nuove generazioni
La trasmissione e il permanere della disu-guaglianza spaventa la maggioranza degli
appartenenti alla piccola borghesia. Consi-derando le disparità dettate da un sistema
in cui chi è povero diventa sempre più po-vero e chi è ricco diventa sempre più ricco,
ai loro occhi emerge un’unica, cruda realtà le  ripercussioni  sono  inevitabili.  Così  la
piccola borghesia è costretta a fare ogni ti-po di sforzo per investire sulle nuove gene-razioni e opporsi alla minaccia dell’irrigidi-mento degli strati sociali.
Fan Jiguang insegna all’Università cine-se di scienze politiche e legge. È nato nella
campagna  di  Xuzhou,  nella  regione  del
Jiangsu. L’istruzione ha cambiato il suo de-stino e quello della sua famiglia: nel 1997 è
entrato  all’istituto  di  studi  giuridici
dell’Università di Pechino, dove ha ottenu-to un dottorato. Sa bene che con ogni pro-babilità sua iglia non potrà ripetere il suo
percorso, perché oggi è raro che la carriera
accademica permetta di uscire dalla pover-tà. Nel processo di maturazione e di cresci-ta di una persona la posizione di partenza è
più importante dell’impegno e degli sforzi
dei singoli.
Fan sta investendo molto per far cresce-re bene la iglia di cinque anni: “Spendo
tanto per lei, ogni volta che vado a Hong
Kong per lavoro compro confezioni di latte
in polvere e rinuncio a comprarmi un abito
nuovo; mi farò bastare quelli che ho ancora
per qualche anno”. Fan è convinto di non
essere un caso isolato: prima di sposarsi le
persone  spendono  senza  pensarci,  ma
quando arrivano i igli cominciano a rispar-miare. Sua iglia non ha ancora cominciato
le elementari ma sa già andare sui pattini,
disegnare e studia pianoforte. “Oggi molte
scuole richiedono delle abilità particolari,
così i genitori cercano di far emergere i ta-lenti dei igli. Però non si basano sugli inte-ressi dei bambini, pensano solo a cosa potrà
aiutarli nella carriera scolastica”.
Tra tutte le attività svolte dalla iglia di
Fan, la più costosa è la musica. “Per comin-ciare basta un pianoforte da dieci-ventimi-la yuan, ma è uno strumento che serve solo
a divertirsi. Se si vuole migliorare, serve
almeno un pianoforte da 30mila yuan. Nel
corso degli studi anche questo va sostituito
e per un buono strumento servono almeno
200-300mila yuan. Poi ci sono le spese per
le lezioni, che sono alte. La zona dove vivia-mo alla periferia nord di Pechino è abba­
stanza economica, ci hanno chiesto cento
yuan per mezz’ora di lezione, ma in centro
se ne pagano duecento. E più si va avanti
negli studi, più le spese scolastiche aumen­
tano”. Fan Jiguang ha fatto qualche calcolo:
per  permettere  a  sua  figlia  di  arrivare
all’esame del nono livello, dovrà spendere
almeno centomila yuan.
Ora deve iscrivere la bambina alle ele­
mentari. In base alla divisione amministra­
tiva di Pechino, Fan Jiguang potrebbe deci­
dere se farla studiare a Changping, dove
vive, o vicino alla sede centrale dell’univer­
sità dove lavora, in città. Per mandarla in
città, l’unica possibilità è quella di iscriver­
la  alla  quarta  scuola  elementare  di
Zhongguancun, un istituto migliore rispet­
to a quello di Changping, ma non tra i più in
vista della zona. Secondo sua moglie do­
vrebbero farsi raccomandare per iscrivere
la figlia alla prima scuola elementare di
Zhongguancun, un istituto ancora più quo­
tato. Questa scuola però non rientra nella
zona dell’università e per iscriverla lì do­
vrebbero pagare una tassa. Inoltre, se tutta
la famiglia si trasferisse in città, i costi au­
menterebbero troppo. Dopo aver rilettuto
a lungo, Fan Jiguang ha deciso di rinunciare
e di iscrivere la iglia alla scuola di Chang­
ping.
Borghesia sotterranea
Tian Qiu a volte si sente frastornata. Tutte
le famiglie delle persone che conosce, indi­
pendentemente dalle condizioni economi­
che e dal livello culturale, spendono solo in
funzione dei igli. La iglia di alcuni parenti
ha appena cominciato le scuole medie e ha
già una pila di attestati in diverse discipli­
ne, dal nuoto alla musica, che mette in im­
barazzo Tian Qiu. Ogni ine settimana Tian
Qiu va a trovare i suoi parenti ma non riesce
mai a vedere la cuginetta, sempre impe­
gnata a perfezionare qualche suo talento.
Anche lei spera che in futuro, quando avrà
un iglio, potrà fargli frequentare una buo­
na scuola.
La cultura familiare tradizionale cinese,
riassumibile nel motto “spero che mio i­
glio diventi un drago”, è ancora molto radi­
cata. Le famiglie riconducono i motivi della
loro insoddisfazione e della chiusura dei
canali di ascesa sociale a una condizione di
partenza troppo svantaggiata. Per questo
ce la mettono tutta per allevare le nuove
generazioni al meglio, sperando di riuscire
ad accumulare denaro sufficiente a per­
mettergli di competere equamente con i
igli dei dirigenti pubblici e delle famiglie
ricche, rinnovando così il tessuto sociale del futuro. Negli ultimi anni in tutto il mon­
do si è discusso dell’impoverimento della
piccola borghesia, che lo studioso giappo­
nese Atsushi Miura chiama “borghesia sot­
terranea”.
Secondo Miura, negli ultimi decenni la
borghesia giapponese si è contratta. Tra le
nuove  generazioni,  i  ragazzi  in  grado  di
passare dalla classe media ai livelli superio­
ri sono sempre meno, mentre quelli che
precipitano “sottoterra” sono tanti. Il con­
cetto di “società sotterranea” è stato adot­
tato dagli studiosi cinesi per deinire la stra­
tiicazione sociale in Cina. A ridurre note­
volmente la vitalità sociale stimolata da
trent’anni di riforme hanno contribuito sia
la monopolizzazione del potere e delle ri­
sorse da parte di una minoranza di persone
sia il processo di redistribuzione della ric­
chezza deinito dal principio “rubare ai po­
veri per dare ai ricchi”.
Ma allora, in questa lotta solitaria, ci so­
no altre vie per raggiungere il successo?
Una risposta potrebbe arrivare proprio da
Fan Jiguang. Recentemente, un post che
aveva scritto nel 2007 sul suo blog ha di
nuovo iniammato la rete. Nel post Fan rac­
contava l’odissea per ottenere il certiicato
di nascita e quello di residenza (hukou) del­
la iglia, nata un mese prima. “Quando ho
saputo che tua madre era incinta, per me è
stata una sorpresa grande e inattesa; poi
però la realtà mi ha fatto capire che metter­
ti al mondo non è afatto una cosa semplice.
Tuo padre, questo piccolo dottore di ricer­
ca dell’Università di Pechino, con il suo
stipendio di appena cinque­seimila yuan al
mese non ha modo di creare per te un am­
biente di vita idilliaco”. A quel tempo, dato
che Fan era residente a Pechino perché la­
vorava lì (non perché ci era nato), non ave­
va potuto comprare casa e, di conseguenza,
non aveva potuto registrare la iglia come
residente. Solo dopo molti tentativi c’è riu­
scito. La freddezza e il disinteresse con cui
si era scontrato l’avevano spinto a sfogarsi
sul suo blog.
All’epoca Fan Jiguang non poteva sape­ re che oggi non solo avrebbe avuto una ca­
sa, una macchina e nemmeno un debito,
ma che sarebbe riuscito a far crescere la i­
glia in un ambiente sano. “Mia iglia mi di­
ce spesso che vorrebbe andare a Dysney­
land a Hong Kong, ma non troviamo mai il
tempo.  Però  sappiamo  che  la  spesa  del
viaggio, dieci o ventimila yuan, potremmo
permettercela”.
Secondo Fan Jiguang, la cosiddetta clas­
se media forse non dovrebbe essere così in
ansia per i soldi. Non potrà mai dimentica­
re il suo stato d’animo quando sei anni fa
scrisse quel post, ma ormai si è lasciato i
tempi duri alle spalle. “Probabilmente tutti
hanno attraversato momenti simili, a quel
tempo ero entrato da un anno all’universi­
tà. Non solo non avevo soldi, ma dovevo
saldare anche un debito di diecimila yuan e
dovevamo prenderci cura di quattro geni­
tori”.
Un caso fortunato
In confronto agli altri colleghi giovani, Fan
Jiguang deve ritenersi fortunato. Insegna
diritto tributario ed è diventato senza osta­
coli professore associato. Va all’estero per
tenere conferenze e ha sempre più oppor­
tunità per divulgare le sue ricerche. Nella
stessa università gli insegnanti d’inglese o
quelli d’informatica per lo più si mantengo­
no ancora con dei salari ordinari, mentre
lui ha già raggiunto obiettivi al di sopra del­
le sue prime aspettative. “Ci sono docenti
che vivono solo del loro stipendio”, raccon­
ta Fan Jiguang, “e che dopo molti anni non
sono ancora diventati associati. Tra ricer­
catore e professore associato c’è solo uno
scatto, ma tra gli stipendi c’è un abisso”.
Solo entrando nelle categorie che hanno
accesso alle risorse sociali è possibile por­
tare a termine “l’accumulazione originaria
di capitale” individuale. La strada che ha
seguito Fan Jiguang è l’emblema della via
per  raggiungere  il  successo  nella  nostra
epoca.
Quest’anno Tian Qiu e il suo ragazzo
hanno smesso di cercare appartamenti in
aitto e hanno inalmente comprato casa. I
genitori  hanno  sostenuto  il  grosso  della
spesa, e loro dovranno restituire alla banca
più di settemila yuan al mese. Il mutuo non
gli dà tregua, ma Tian Qiu è soddisfatta;
almeno per quanto riguarda l’abitazione, la
distanza tra lei e le colleghe più ricche si è
ridotta un po’. Anche se la sua casa è lonta­
na dall’uicio – ogni giorno deve prendere
la metropolitana e camminare per più di
venti minuti – quando rientra la sera e si
stende sul divano prova un conforto senza
pari. u mcr

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