domenica 10 novembre 2013

1025 - New York va a sinistra con Bill de Blasio

M. Barbaro e D. W. Chen, The New York Times, Stati Uniti

Sarà il primo democratico a
guidare la città dopo vent’anni.
Ha ottenuto una vittoria
schiacciante grazie a una
campagna elettorale contro le
disuguaglianze e l’emarginazione


I
l 5 novembre Bill de Blasio, un uomo
che è riuscito a trasformarsi da fun-zionario  quasi  sconosciuto  di  un
oscuro uicio cittadino a interprete
della frustrazione di una città pronta a una
nuova età dell’oro, è stato eletto sindaco di
New York. La sua vittoria schiacciante, dai
distretti operai di Brooklyn alle aree peri-feriche del Queens sudorientale, è un se-gnale chiaro: gli elettori della più grande
metropoli degli Stati Uniti respingono con
decisione lo stile duro e vicino al capitali-smo inanziario del governo cittadino degli
ultimi vent’anni e chiedono una netta vira-ta a sinistra.
De Blasio, 52 anni, democratico, difen-sore civico di New York, ha sconitto l’ex
presidente dell’azienda cittadina dei tra-sporti Joseph J. Lhota. La sua vittoria, la più
schiacciante nella corsa a sindaco dal 1985,
quando Edward I. Koch vinse con un margi-ne di 68 punti, legittima inequivocabilmen-te de Blasio a seguire il suo programma di
sinistra.
“Cari concittadini, oggi avete detto con
fermezza che volete un cambio di rotta per
questa città”, ha detto ai suoi elettori duran-te la grande festa a Park slope, nel quartiere
di Brooklyn, dove i suoi figli adolescenti
hanno ballato sul palco. De Blasio, che ha
origini italiane, ha ringraziato la folla in in-glese, in spagnolo e perfino con qualche
parola di italiano. “Nessuna esitazione: le
persone di questa città hanno scelto una
strada progressista e stasera siamo pronti a
metterci in marcia, insieme”.
Al di là del curriculum formidabile del
candidato, la vittoria di de Blasio è il trionfo
di un messaggio populista in una campagna
elettorale che era diventata un referendum
su un’intera epoca, quella cominciata con
Rudolph W. Giuliani e inita con Michael R.
Bloomberg, rieletto sindaco per tre volte.
Durante la sua corsa de Blasio ha messo
in ombra gli avversari canalizzando la cre-scente frustrazione dei newyorchesi su temi
come la disuguaglianza, la politica di sicu-rezza troppo aggressiva e la mancanza di
alloggi a prezzi ragionevoli, e afermando
che la città non deve lasciare indietro nes-suno. Come forse nessuno prima di lui, ha
puntato sulla sua famiglia multirazziale per
comunicare con un elettorato sempre più
vario, appassionando gli elettori con uno
spot televisivo in cui compare Dante, il cari-smatico iglio quindicenne con la sua appa-riscente capigliatura afro. De Blasio sarà il
primo democratico a guidare New York do-po vent’anni. Il suo messaggio ha risveglia-to lo scontento più profondo e la voglia di
cambiare degli abitanti delle cinque circo-scrizioni cittadine.
Pochi errori
Il  suo  rivale  Lhota,  vicesindaco  durante
l’amministrazione Giuliani e con un passa-to di banchiere a Wall street, è entrato in
gara in pompa magna e con molte promes-se: un repubblicano moderato, un manager
scaltro dalla forte personalità, noto per le
sue citazioni dal ilm Il padrino e i suoi tweet
poco sobri. Ma nei suoi comizi si è rivelato
monotono e poco convincente. I suoi attac-chi a de Blasio, descritto come un “sociali-sta” che avrebbe riempito le strade di delin-quenti, non sono sembrati di gran classe.
Inoltre,  nonostante  i  suoi  legami  con  il
mondo della inanza, è riuscito a racimolare
solo 3,4 milioni di dollari di donazioni, un
terzo della somma raccolta da de Blasio.
Lhota è stato spiazzato dall’incredibile
ascesa del suo avversario. Cresciuto in Mas-sachusetts, fan dei Red Sox, da ragazzo de
Blasio ha abbracciato gli ideali di sinistra
dei sandinisti in Nicaragua, poi ha sposato
una donna che prima si dichiarava lesbica,
e non ha mai diretto un’organizzazione di
più di 300 persone.
Ma il nuovo sindaco, che è in politica da
molti anni ed è stato il responsabile delle
campagne elettorali di Hillary Clinton e
del deputato democratico Charles B. Ran-gel, ha diretto una macchina disciplinata,
che ha commesso pochi errori e non ha da-to niente per scontato, contrariamente a
Lhota.
Per il giorno del voto de Blasio ha chia-mato a raccolta circa diecimila volontari
distribuendoli in quaranta punti della città
per incentivare l’aluenza alle urne. Lhota
è riuscito a reclutare 500 persone, pagate,
in nove postazioni. Secondo gli exit poll re-alizzati dalla Edison Research, gli sforzi per
un impegno coordinato sono stati ripagati,
facendo guadagnare a de Blasio i voti di
elettori di ogni etnia, genere, età, religione,
reddito e livello d’istruzione. u lp


 

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