sabato 30 novembre 2013

1027 - Contrabbandieri digitali - Nick Bilton, The New York Times, Stati Uniti -- Silk Road permette di comprare droga e altre merci illegali in modo anonimo con le connessioni cifrate. L’Fbi non riesce a chiuderlo, e altri hanno cominciato a imitarlo

l  2 ottobre un gruppo di agenti fede-rali è entrato nella biblioteca pubbli-ca di Glen Park, a San Francisco, e ha
arrestato Ross William Ulbricht. Un
ragazzo che, secondo le autorità, non sa-rebbe altro che Dread Pirate Roberts, cioè
l’ideatore di Silk Road, un sito che com-mercia droga e altre merci di contrabban-do. Ulbricht sostiene di non essere lui la
persona che l’Fbi cercava. Ma comunque
vada a inire questa storia, Silk Road dimo-stra come i vizi del passato possano andare
d’accordo con le tecnologie del presente.
Fino  al  mese  scorso,  quando  è  stato
chiuso, era il posto ideale per procurarsi in
modo anonimo una dose di cocaina. Se-condo le autorità statunitensi, il sito ha in-cassato 1,2 miliardi di dollari grazie allo
spaccio di droga e ad altre attività illegali,
come l’arruolamento di sicari. Il fatto che
questa storia sia successa in un quartiere
perbene di San Francisco dice molto sulle
tante zone d’ombra di internet. È questo il
punto: il dark web, la parte di internet ano-nima,  crittografata  e  non  segnalata  dai
motori di ricerca, sta crescendo. Il vecchio
Silk Road non era stato ancora chiuso che
già ce n’era uno nuovo. E nel frattempo
stanno nascendo anche altri siti per la ven-dita illegale di armi e droga.
Come se non bastasse Dread Pirate Ro-berts (il vecchio? Uno nuovo?) ha riaperto
il suo account su Twitter e prende in giro le
autorità. “All’Fbi sono serviti due anni e
mezzo per fare quello che ha fatto, ma non
ha ottenuto altro che quattro settimane di
silenzio temporaneo”, ha scritto sul nuovo
Silk Road.
I Walter White della rete
Bisogna capire se questi Dread Pirate si
possano fermare o no. Come internet, an-che il dark web cambia continuamente for-ma grazie alle innovazioni tecnologiche.
All’inizio c’era Tor, un sistema che rende
anonima  la  navigazione  online.  Edward
Snowden ha usato Tor per rivelare dei se-greti di stato e questo software ha avuto un
ruolo importante anche nelle proteste in
Egitto  e  Iran.  Ma  naturalmente  l’hanno
usato anche i traicanti di droga e di armi.
Poi c’è Bitcoin, la moneta elettronica che
sta diventando sempre più preziosa. I Bit-coin sono soldi anonimi e sono impossibili
da tracciare, se usati in piccole somme. I
reati su internet non sono una novità. Ma
la crescita del web sommerso sta attirando
l’attenzione  di  Washington.  Le  autorità
hanno l’impressione di giocare a nascon-dino con siti come Silk Road: appena se ne
chiude uno ne spunta subito un altro. L’Fbi
si è riiutata di rilasciare commenti sul ca-so, ma alcuni esperti di sicurezza si chiedo-no come sia possibile per le autorità tenere
sotto controllo i Walter White della rete.
Matthew D. Green, ricercatore di infor-matica alla Johns Hopkins university, spie-ga che comprare stupefacenti online ormai
è più facile che procurarseli per strada, ma
che alla base di tutto il fenomeno ci sono
proprio le monete digitali come Bitcoin.
Hsinchun Chen, il direttore del laboratorio
di intelligenza artiiciale dell’Università
dell’Arizona, ha fatto alcune ricerche sul
dark web e ha scoperto una vasta rete che
distribuisce software progettati per vende-re merci di contrabbando. Molti di questi
programmi vengono creati per essere re-plicati velocemente dopo essere stati oscu-rati. Quanti ce ne sono in rete? Nessuno
può dirlo. Ma il vecchio Silk Road sostene-va di avere un milione di utenti registrati.
Un altro sito, Black Market Reloaded,
pubblicizza armi illegali. Un terzo portale,
Atlantis, è specializzato nella vendita di
farmaci  sottobanco.  E  stando  a  Forbes,
quando il vecchio Silk Road è stato chiuso
Sheep Marketplace, che vende armi, droga
e documenti falsi, ha guadagnato veloce-mente popolarità. Secondo la giornalista
Parmy Olson, autrice del libro Noi siamo
Anonymous (Piemme, 2013), è diicile risa-lire alla vera identità dei criminali di inter-net, perché il loro proilo di solito è diverso
da quello dei delinquenti tradizionali.
Quando Jake Davis, il giovane hacker
meglio noto come Topiary, è stato arresta-to nell’arcipelago scozzese delle Shetland
nel 2011, Olson è andata a fargli visita. Da-vis, che collaborava con Anonymous, Lul-zSec e altri gruppi, si è dichiarato colpevole
di attacchi a diversi siti. Il ragazzo non era
come la giornalista se l’aspettava. “Era so-lo un adolescente timido e trasandato”,
racconta la giornalista. E le persone come
lui,  o  come  Dread  Pirate  Roberts,  sono
tante. u fp

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